Wednesday 6 February 2013

Yellow Submarine


Giustamente annoverato tra i capolavori del cinema di animazione e tra i più bei film musicali di sempre. La trama è ovviamente un canovaccio, un pretesto: “terra felice di Pepperland invasa dai blu meanies e salvata dai Beatles portati fin lì da Liverpool con un sottomarino giallo” potrebbe suonare come una scusa per mettere in scena un’autocelebrazione dei Fab Four, e invece non è così. I Beatles si prendono in giro, si divertono con il nonsense, i giochi di parole, i frammenti di testi di canzoni e l’atmosfera deliberatamente surreale esaltata dalle diverse tecniche di animazione; il tutto in un’atmosfera flower power che riesce a tenere a bada e stemperare i lati più oscuri insiti nel surrealismo fortemente presente nella declinazione visiva di ambientazioni e personaggi.
Altro punto di forza sono le canzoni integrate fluidamente nella storia (e a questo punto sono curioso di fare il paragone con Across the Universe), ancor più meravigliose se ascoltate in un impianto audio con dolby surround 5.1, incredibilmente fresche e ricche anche a distanza di quarantacinque anni. La grande assente è Help, evocata dai dialoghi per tutta la prima metà del film e mai messa in musica.
Due perle: il Nowhere man, genio universale più o meno umanoide seduto in mezzo al nulla, che parla in versi e cerca una sua identità; e i Beatles nei panni della mitica Sgt. Pepper's lonely heart club band, prima travestimento e poi autentico alter ego dei quattro di Liverpool nella terra di Pepperland.
Il film, nella sua stranezza quasi infantile, travolge (non a caso è diventato caposaldo per generazioni di bambini britannici), e alla fine viene davvero voglia di cantare All Together Now nel karaoke conclusivo, noncuranti della figura da scemi che si rischia di fare agli occhi del vicino di poltrona.

*****-

Yellow Submarine, di George Dunning, United Artists, United Kingdom 1968