Saturday 25 August 2007

Henry Miller - Tropico del cancro

Premetto subito che non sono affatto sicuro che questo libro mi sia piaciuto. Di rapida, anche se non semplicissima lettura a causa dello stile sconnesso, convoluto, che accosta singoli eventi in modo a volte pericolosamente vicino al flusso di coscienza joyciano, colpisce innanzitutto per la ruvidezza del suo linguaggio. Un tripudio di parolacce, un rapporto con il corpo assolutamente libero, una morale non inesistente, ma altamente personale. La vita degli scrittori, poeti e artisti scapigliati nella Parigi anni Venti è un susseguirsi infinito di sesso, alcol, prostitute, grandi ideali, grandi delusioni e lavori malpagati. Denso di sarcasmo, a tratti anche brillante, è il tipico libro che non si apprezza durante la lettura, perché troppo soffocante, ma di cui rimane un ricordo non indifferente alla fine.

Wednesday 22 August 2007

Michail Bulgakov - Mistr a Markétka (Мастер и Маргарита)

Kniha, která se hned stala jednou s mých nejoblíbenějších v celé ruské literatuře. To, co mi na ní nejvíce zaujalo bylo jak pokaždé, když jsem myslel, že už vím o čem kniha bude a jak se bude vyvíjet dál, Bulgakov mě překvapil rozpětím do ještě dalších rozměrů. Ďáblovo řádění po Moskvě se svými kumpány je základ pro rozvoj hned několika situací, kde se nepořádek a chaos kupí okolo bezradných intelektuálů, veřejných činitelů a státních zaměstnanců sovětského hlavního města někdy v dvacátých nebo třicátých letech 20. století. To, co zpočátku vypadá jako nepříjemný útok na zavedený pořádek, nakonec se promění v ódu na pružnost, duchapřítomnost a veselou mysl - čtenář se čím dál více ztotožňuje s Mistrem, Markétkou a pekelnou srotou - Wolandem, Fagotem, Begemotem, Azazelou, Abadonnou a Helou, a ani by jinak možné nebylo. Bulgakov hýří vtipem a kultivovanými postřehy: všechny tři vrstvy vyprávění (Mistr a Markétka, chaos v Moskvě vrcholící sabatem v Berliozově bytě na Velký Pátek a román o Pontiu Pilátovi) jsou hluboce kulturní, moudré, a ve mnoha místech i velice poetické. Závěrečné kapitoly opět překvapují čtenáře nabytím ještě dalšího rozměru: v zadumaném, avšak šťastném konci o velikonoční noci, kdy všechny tři vrstvy vyprávění dosáhnou klidného rozuzlení, hlavní hrdinové i ďábelská srota získávají konečnou podobu melancholických a vznešených postav coby účastníci nekonečného vyrovnávání zla s dobrem v jediném pravém pořádku na světě.

*****

Friday 10 August 2007

Dino Buzzati - Il deserto dei Tartari

Finalmente ho letto il capolavoro di Buzzati. Deprimente, triste, ma profondamente vero. Mi sono riconosciuto forse troppe volte nel tenente Giovanni Drogo, che crede di avere davanti tutta la vita, mentre in realtà ne consuma porzioni sempre più grandi, perdendo occasioni, evitando di cambiare per pigrizia, rimanendo "fedele" a quello che forse credeva essere un ideale (ma di cui nel profondo non era troppo convinto nemmeno lui stesso). La prosa di Buzzati è ben scritta, ricca e letteraria senza risultare pesante; con pochi tratti riesce a caratterizzare luoghi, personaggi e situazioni sia reali che psicologiche. Memorabili le figure di alcuni soldati, come Angustina, morto con onore in un'esercitazione militare, o Simeoni, divenuto codardo e mellifluo. Il clima di attesa non è nemmeno troppo sensibile quanto piuttosto l'eterno rimpianto per le cose non fatte, per la città che già con quattro anni di assenza diventa estranea (e sarebbe possibile riprenderne il passo, ma è meno faticoso rimanere alla Fortezza). Splendido il finale.

Thursday 9 August 2007

Un'ottima annata

Gradevole, positivo. Russel Crowe è perfetto nel ruolo del broker stronzo, di carriera, ancora giovane ma completamente inaridito dal suo lavoro cui dedica l'intera sua esistenza. La villa in Provenza dove ha trascorso l'infanzia, e che ora ha ereditato è una cornice favolosa; tutta la Provenza mostra al meglio il suo lato solare, incantato, dorato e vitale, che si esprime nel lavoro quotidiano, nella gioia di vivere tra vino e lavanda, cibo e tennis. Una vera chicca sono le evoluzioni a 130 all'ora in Smart, le battute scambiate con Marion Cotillard, più bella che mai (e quanto lontana dalla schizoide e drogata Edith Piaf di qualche mese fa!), ed in generale il ritmo lento (non troppo!) e fluente al tempo stesso che permette al film di essere gustato con autentico piacere.

****

Wednesday 8 August 2007

Night Watch

Film russo suggerito da Almirena (ed altri), e da lei recensito nell'ambito della campagna per GK4: era uscito anche in repubblica Ceca con il titolo di Noční Hlídka (titolo originale: Ночной дозор). Decisamente inusuale, sia per la provenienza (Russia), sia per essere stato un successo nazionale (più del Signore degli Anelli in Russia!) che internazionale. Visivamente importante già a partire dalla grafica dei titoli di testa, probabilmente dice di più ai paesi ex socialisti sia per alcuni elementi scenografici dell'ambientazione moscovita (impareggiabile il panelák con sopra il vortice di corvi), sia per la ricorrenza di temi presenti nell'immaginario popolare slavo (la strega, donna che eredita il dono dai genitori, il potere della parola come maledizione, i vampiri, il sale, solo per citarne alcuni). Probabilmente il maggiore pregio del film è la sua originalità: il modo in cui i classici temi sono trattati ed incorporati in un caotico mondo post-sovietico (basti vedere la guardia notturna, con quartier generale nella compagnia di illuminazione pubblica) è assolutamente personale; la colonna sonora riprende sonorità della musica tradizionale e dei grandi compositori russi. Probabilmente c'è troppa violenza per i miei gusti, ma il modo in cui è presentata e la fantasia degli effetti visivi, mai troppo invadenti peraltro, la fanno passare in secondo piano tra i difetti.
Prima parte di una trilogia (Day Watch e Dusk Watch) tratta da una tetralogia di romanzi dello scrittore russo Sergei Lukaynenko.

****-

Friday 3 August 2007

Raymond Queneau - I fiori blu (aprile-agosto 2007)

Regalo di compleanno di Corinna: devo ammettere che mi vergogno per averci messo così tanto a leggerlo. E' un libro molto intelligente, solo, all'inizio spiazza talmente tanto che ci vuole circa metà libro per entrare nella sua orbita, ed apprezzare davvero le sue stranezze, i suoi calembours e l'immensa cultura che trasuda da ogni frase. Il tema del disfacimento della storia nella quale naviga, come un relitto, il duca d'Auge, ed il tema del doppio sogno (Auge che sogna di essere Cidrolin, e Cidrolin che sogna di essere il duca d'Auge), sono solo alcuni degli interrogativi profondi che solcano la trama. Un meraviglioso puzzle di citazioni, temi filosofici e psicologici, situazioni paradossali, con una leggera spruzzata di noir sui generis che mai non guasta.