Friday 24 August 2012

C'era una volta in America

Stavo per commettere l'imperdonabile errore di giudicare il film dopo aver visto solo tre ore del complessivo minutaggio di 3h49', facendo la stessa fine degli americani che lo stroncarono vedendone una versione massacrata dai tagli e dal rimontaggio in ordine cronologico. Gli rimproveravo mancanza di poesia, violenza, crudezza; e facevo paragoni con Il Padrino, che invece mi era piaciuto da morire. Avevo forse visto giusto nell'accostamento - due epopee cinematografiche a tema mafioso, con sullo sfondo la storia delle città d'America (e probabilmente le somiglianze finiscono qui); mi ero completamente sbagliato nel giudizio affrettato.

C'era una volta in America è un film di grande umanità, e proprio per questo profondamente poetico: tocca i temi dell'amicizia, dei chiaroscuri di ogni amore, del tradimento, del rimorso, della nostalgia; il tutto montato in un grande affresco a quadri, i cui singoli pezzi acquistano significato dal contesto - al punto che le sequenze finali risemantizzano il tutto, facendo sì che il film presti il fianco a quelle letture e riletture non meramente speculative che sono rese possibili solo dalle grandi opere d'arte.
Sceneggiatura magistrale, grande interpretazione di De Niro (che conosco troppo poco), bella fotografia, splendide come sempre le musiche di Morricone. In somma, il capolavoro finale di Sergio Leone.

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Tuesday 7 August 2012

Patricia Highsmith - Il talento di Mr. Ripley

Ero stato incuriosito dalla pubblicità radiofonica dei romanzi di Patricia Highsmith in allegato al Corriere della Sera, con la prima uscita al classico prezzo lancio di un euro. Se non avessi avuto familiarità con il titolo probabilmente non avrei fatto la fatica di andarlo ad acquistare, ma un po' la consapevolezza dell'esistenza dei due film (Anthony Minghella e Liliana Cavani) e un po' la voce roca dell'annunciatrice che definiva la Highsmith come la 'vera erede di Agatha Christie' mi hanno convinto.

Non è il classico giallo alla Christie: è piuttosto un noir psicologico, che ha per protagonista il personaggio negativo. E come non identificarsi in Tom Ripley, venticinquenne di belle speranze, amante dello stile, dell'Italia e di quanto il Mediterraneo degli anni Cinquanta può offrire a un americano mediamente facoltoso, che dopo aver fatto diventare tragica realtà una delle sue potenti fantasie mette in piedi un castello di bugie, pur di non distruggere la propria immagine agli occhi del mondo, e di guadagnarne una nuova, se possibile migliore? E tutto ciò messo in atto con un'ansia somatizzata, con la nausea che sale alla bocca dello stomaco, con le periodiche maree della paura di essere stato finalmente scoperto; e tutto ciò con la pretesa egoistica e narcisista di bastare a se stesso, e l'illusione di poter nascondere a sé per primo lo strenuo bisogno di apprezzamento e di affetto, e l'inquieta identità affettiva.

Letto d'un fiato - e con la voglia di incontrare Tom Ripley di nuovo, negli altri romanzi.

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Monday 6 August 2012

Antonia Arslan - La masseria delle allodole

Dopo averne sentito parlare ripetutamente, alcuni anni fa, l'ho trovato da Massimo in appartamento a Trieste, e ho deciso di leggerlo: si tratta, in fondo, di poco più di duecento pagine, stampate ampie.

Non è un brutto libro: Antonia Arslan(ian) cerca i toni dell'epopea familiare, della microstoria sullo sfondo della macrostoria, e riesce a tratteggiare, con forse eccessivo uso di aggettivi ed epiteti, un piccolo affresco ricco di figure e di destini. La profondità è data dalla durezza della verità sullo sfondo, che è quella del secondo genocidio armeno del 1915-1916. Il quadro familiare di prosperità e felicità si infrange all'improvviso: l'organizzazione governativa stringe silenziosamente la sua rete facendo sparire prima gli uomini armeni in vista, quelli che avrebbero potuto dare risonanza a quanto stava accadendo, e poi con precisione chirurgica agisce. Gli armeni sono un bubbone da eliminare per consentire la formazione dello stato nazionale turcodalle ceneri dell'impero ottomano in dissoluzione che sta perdendo la guerra. E così si susseguono le convocazioni dei capifamiglia e dei maschi, il loro sterminio senza sepoltura, la deportazione delle famiglie in carovane che attraversano l'Anatolia scortate dalle forze dell'ordine turche (che però tacitamente si dileguano ogni volta che c'è bisogno di lasciare mano libera alle violenze dei banditi curdi), e decimate dalla fame e dalle violenze lungo la via di Aleppo. E lì se alcuni membri della famiglia Arslanian si salvano grazie all'intervento dei familiari di Aleppo e delle loro conoscenze diplomatiche, gli altri aspettano, confluiti da ogni dove, di essere mandati ancora più a est, verso  Der-el-Zor, dal nome minaccioso. Sembra di sentire un'anticipazione di quanto toccherà agli ebrei in Germania vent'anni dopo: stesse pratiche, stessa meticolosità, solo tecnologia un po' meno avanzata e i brandelli dell'Ottocento che se ne va spazzato via dalla guerra.

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Sunday 5 August 2012

Dino Buzzati - I sette messaggeri

La prima raccolta di racconti di Buzzati comparve nel 1942, dopo il successo del Deserto dei Tartari, e radunando materiale precedente.

È significativo che lo abbia preso in lettura perché mi accompagnasse a Trieste, che secondo me è un luogo eminentemente buzzatiano - ed ora ne ho finalmente compreso la ragione. Il motivo è che la scrittura di Buzzati è fortemente simbolica, metaforica e allusiva, per quanto stilisticamente asciutta: Buzzati cerca la trama nascosta che unisce i significati delle cose, e così luoghi, situazioni ed oggetti assumono agli occhi degli uomini protagonisti della narrazione una pregnanza quasi metafisica, dechirichiana. Spesso l'aura è fatale, vagamente maledetta, l'orizzonte ultimo è la morte; e tuttavia racconti come L'assalto al Grande ConvoglioIl dolore notturno, Cèvere, Il sacrilegio e Di notte in notte sono carichi di quella speranza tipica dell'uomo che guarda alle stelle confidando nel fatto che esiste un mondo dietro il mondo.

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  1. I sette messaggeri
  2. L'assalto al Grande Convoglio
  3. Sette piani
  4. Ombra del sud
  5. Eppure battono alla porta
  6. Eleganza militare
  7. Temporale sul fiume
  8. L'uomo che si dava arie
  9. Il memoriale
  10. Cèvere
  11. Il mantello
  12. L'uccisione del drago
  13. Una cosa che comincia per elle
  14. Il dolore notturno
  15. Notizie false
  16. Quando l'ombra scende
  17. Vecchio facocero
  18. Il sacrilegio
  19. Di notte in notte