Thursday 31 January 2013

Lincoln


Film decisamente lungo - troppo lungo direbbe qualcuno, vista la mole ridotta di temi che si trova ad affrontare (l'approvazione del tredicesimo emendamento alla costituzione americana con cui fu abolita la schiavitù e le parallele trattative politiche per la fine della guerra civile da parte di un neo-rieletto Abraham Lincoln). Effettivamente, il risultato è un film decisamente lento, specialmente per gli standard cui ci ha abituati Spielberg; la lentezza però non è mai macchinosa e il tutto scorre, lento ma fluido.

Sotto il profilo tecnico artistico è bello il tema principale, eseguito per lo più dal clarinetto: patriottico quanto basta; allo stesso modo bella la fotografia, mai ostentata. Stupendo Daniel Day-Lewis, che ultimamente seleziona severamente le apparizioni cinematografiche e finisce regolarmente per essere nominato all'Oscar; la sua andatura dinoccolata faceva pensare che camminasse sui trampoli o su qualche altro artificio che ne innalzasse la statura, e invece è proprio lui ad essere altissimo e a doversi curvare per non sbattere la testa contro certi architravi delle porte. Accennato solo nel finale l'attentato in cui Lincoln fu ucciso a teatro: nel flashback del ricordo post mortem finisce come un cristo in croce con le braccia allargate davanti alla folla che sta arringando, quasi a sottolineare la statura morale di un uomo che tentennando, esitando, scendendo a compromessi e avendo indirettamente le mani sporche del sangue di coloro che continuarono a morire quando la guerra poteva essere già stata fermata, riuscì a ottenere sia la pace che l'abolizione della schiavitù. Sono passati solo centocinquant'anni da allora.

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Lincoln, di Steven Spielberg, Dreamworks, USA 2012

Wednesday 30 January 2013

Jaroslav Foglar - Dobrodružství v Zemi nikoho

Knížku jsem našel v antikvariátu s dalšíma foglarovkama: přepadla mě nostalgie a tak jsem si jich pár koupil s tím, že si je přečtu a přidám do knihovny vedle těch ostatních, a to přesto, že si vlastně pamatuji hlavně Stínadelskou trilogii, Hochy od Bobří řeky (s pokračováním), Modrou rokli a Pod junáckou vlajkou - ostatní jsem naprosto zapomněl. Ohromně jsem se bál, že se mi Foglar po tolika letech zprotiví, vzhledem k tomu, že hodně lpí na svých oblíbených tématech a že Dobrodružství v Zemi nikoho je vlastně vedlejší a netradiční dílo, i když dle ediční poznámky zdařilé; na druhé straně se neodvažuji vzít zpátky do ruky Rychlé Šípy ze strachu, že si zkazím idylickou vzpomínku. Nakonec jsem se strachoval celkem zbytečně.

Román je čtivý, místy dokonce napínavý, a má všechno to co má správná foglarovka mít: přátelství mezi hochy, klub (Ontario), město, krásný a dobrodružný kraj za městem, tajemství (jeskyně obřích trilobitů) i epický nádech: je vidět, že Foglar skautství skutečně prožíval celý svůj život a že v něm viděl naplněný ideál chlapeckého a dívčího života. Ve srovnání s dnešními dětmi a hochy, ti Foglarovi jsou o poznání šťastnější: pohybují se ve městě i v přírodě jako doma, neznají přeúzkostlivělé rodiče, ani nudu, ani přílišné množství organizovaného volného času. V tomto směru je i dnes Foglar příkladem a ideálem, asi již nedosažitelným.

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Sunday 13 January 2013

Le immagini della fantasia 30


Appuntamento immancabile da anni, e questa volta una delle migliori mostre degli ultimi anni. Merito del tema scelto per le fiabe dal mondo: Nel bosco della Baba Jaga. Fiabe dalla Russia. Quale illustratore sa resistere al fascino immaginifico delle figure fiabesche russe? Il pesciolino d'oro, l'uccello di fuoco, Vassilissa, Baba Jaga e le oche-cigni, l'alfabeto cirillico: tutti soggetti ricchi e forieri di ispirazione. Ma neanche a farlo apposta, il lavoro migliore è fatto dagli stessi russi (i tre cavalieri della notte, dell'aurora e del giorno).

Ospite d'onore Roberto Innocenti, con le sue prospettive drammatiche a quadro inclinato, e illustrazioni a volte vagamente, a volte decisamente inquietanti (con ispirazioni hokusaiane e iterazioni monetiane): l'immagine più bella è interamente in grigi, e il soggetto è la deportazione degli ebrei.

Particolarmente interessanti Alenka Sottler dalla Slovenia (Zakaj je babica jezna, illustrato a silouhette e con tema alzheimeriano), l'iraniano Nooshin Safakhoo, il cui stile a tratti ricorda gli artisti della Cecoslovacchia anni '60-'70 per colori e collage (digitale). Jindra Čapek, altre volte una sicurezza, è invece in decadenza, la maggioranza dei soliti italiani non si schioda dallo stile Zavřel: per fortuna da alcuni anni a questa parte dall'estero tira aria nuova, stilisticamente e contenutisticamente.

L'apertura della Casa della Fantasia ha dato finalmente respiro all'esposizione, prima confinata agli stretti locali del municipio.

Thursday 10 January 2013

Friedrich Dürrenmatt - Il minotauro

Regalo di Natale. Il volume è introdotto da un saggio dello stesso Dürrenmatt sul tema del labirinto; mi sembra di avere già incontrato il racconto che dà il titolo al libro in qualche mezza vita passata: forse ha fatto parte di qualche antologia ginnasiale o della scuola media.

Ad ogni modo Dürrenmatt è sempre piacevole da leggere, il mito raccontato dal punto di vista del povero minotauro che diventa mostro suo malgrado è toccante; il labirinto di Cnosso rivestito di specchi, moltiplicatori di immagini, è una lettura originale.

Friedrich Dürrenmatt, Il minotauro, Marcos Y Marcos, Milano 2012
[Minotaurus, 1985; Dramaturgie des Labyrinths, 1981]
***+

Wednesday 9 January 2013

The amazing spiderman


Mi era piaciuto il primo Spider-man di Raimi, entrato nella storia del cinema per il bacio a testa in giù sotto la pioggia, e obiettivamente non era un brutto film. Un decennio dopo, il nuovo inizio è un film probabilmente migliore: ben sceneggiato, molto equilibrato, prevedibile il tanto che basta senza risultare scontato o banale. Spiderman questa volta è più umano, meno serio della versione Maguire, più scanzonato e scherzoso nel pieno dello stile del fumetto originale; Peter Parker non è il classico studentello nerd ma mescola perfettamente prontezza di spirito, autoironia e imbranataggine.

Il cattivo non è il solito megalomane che odia l'umanità, né la personificazione del male assoluto. Al contrario: è uno scienziato che tiene un profilo etico coerente, che anche sotto minaccia rifiuta di testare le scoperte sull'uomo sapendo che è troppo presto per esperimenti del genere. Che però finisce per cedere sul proprio punto debole – la mancanza di un braccio e il sogno di poterlo riavere. Sperimentazione su sé stesso; risultati mostruosi; ma il braccio c'è, il risultato è conseguito. E come un novello Dr. Jekyll – Mr. Hyde pur rendendosi conto della mostruosità delle sue azioni non riesce a farne a meno: è il meccanismo della tentazione e della dipendenza esplicitato in modo adamantino. L'ultimo Spiderman porta implicita una critica a quella tecnica che galimbertianamente perpetua se stessa come la Volontà schopenhaueriana anche a scpito dell'uomo: proprio perché è possibile fare una cosa essa viene fatta: la scienza deve andare avanti sempre.

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The Amazing Spider-Man di Marc Webb, Columbia Pictures, USA 2012