Tuesday 30 April 2013

Eric-Emmanuel Schmitt - Oscar e la dama in rosa

Libello suggerito dal p.s., credo ancora sotto Natale. Oscar ha dieci anni, è in ospedale, sta morendo di leucemia, e non crede in Dio. Nonna Rosa è un'anziana signora, ex lottatrice di catch, che gli fa da dama di compagnia, come probabilmente ha fatto a molti altri ragazzini prima di lui. E gli propone un gioco: vivere ogni giorno come se fosse un decennio, e provare a scrivere a Dio per lettera.
Da queste premesse si dipana un libriccino esile, da bere di un fiato, con molti momenti di intensa poesia, come la storia d'amore con Peggy Blue, ragazzina dall'incarnato azzurro.
Bello, specialmente l'ultima lettera lunga di Oscar, e come coronamento la lettera di nonna Rosa.

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Eric-Emmanuel Schmitt, Oscar e la dama in rosa, Milano 2004 [2002]

Thursday 25 April 2013

Harry Potter e i doni della morte - parte 1


A distanza di molti mesi dall'uscita cinematografica dell'ultimo episodio anch'io finalmente ho iniziato a riprendere il filo delle trasposizioni filmiche della saga potteriana, interrotto ormai anni fa con la visione del Prigioniero di Azkaban di Cuaron, prima soddisfazione dopo i deludenti episodi girati da Chris Columbus.
Il primo dei due film in cui è stato adattato Harry Potter e i doni della morte risulta nel complesso un po' lento e discontinuo: i singoli momenti della trama hanno natura episodica, quasi si snodassero indipendentemente l'uno dall'altro per creare movimento in una situazione di sfondo che ha come costante l'assenza di idee sul da farsi da parte di Harry & compagnia; e ciò si nota molto più a livello cinematografico rispetto al libro, dove il lascito di Silente sembra fungere meno da deus ex machina per l'avanzamento della storia. Bello ripercorrere il romanzo mentalmente, visto che il film gli è sostanzialmente fedele, e visivamente molto ben concepito, con tutti gli interpreti credibili nelle loro parti.

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Harry Potter e i doni della morte - parte 1, di David Yates, Heyday Films, Warner Bros, United Kingdom 2010

Friday 12 April 2013

Mauro Pesce - L'essenza del cristianesimo


Mauro Pesce appartiene alla corrente agnostica della scuola esegetica bolognese, e ciò caratterizza il suo approccio in modo determinante. Prima parte su Gesù - parole di Gesù, escatologia e remissione dei peccati, sacrificio giudaico. Seconda parte sulla nascita del cristianesimo - pratica di vita di Gesù, problemi di cui Gesù non aveva parlato tipo l'evangelizzazione dei non ebrei. Conclusione: Gesù un grande illuso, sperava l'avvento del regno di Dio, e invece muore (echi bultmanniani?).
La maggiore pecca del libro è l'eccessiva autoreferenzialità: Pesce cita continuamente i propri lavori precedenti, sia scritti in solitaria che in collaborazione con la Destro (sua compagna di vita oltre che di studio). La cosa alla lunga riesce fastidiosa, e soprattutto dà una sensazione di isolamento culturale, quasi che Pesce fosse il solo a portare avanti la sua linea storico-ermeneutica.

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Mauro Pesce, Da Gesù al cristianesimo, Morcelliana, Brescia 2011

Wednesday 10 April 2013

Argo

Ero rimasto al Ben Affleck di Pearl Harbor, belloccio e fidanzato con Jennifer Lopez, e non lo avevo degnato di troppa considerazione per una decina d'anni: ritrovarlo in Argo come regista, oltre che come protagonista, me lo ha fatto riscoprire. L'uomo infatti non solo recita abbastanza bene, ma è anche un buon regista, a giudicare dal film.
La storia (ad alta tensione) è quella, realmente avvenuta, del rocambolesco rimpatrio di sei diplomatici americani da Teheran in seguito alla rivoluzione islamica del 1979 nel corso della quale erano riusciti a fuggire dall'ambasciata rifugiandosi a casa del console canadese. La copertura per l'operazione è un falso film di fantascienza intitolato, appunto, Argo: i sei diplomatici per riuscire ad abbandonare l'Iran si fingeranno una troupe cinematografica arrivata da poco alla ricerca di location dove girare; naturalmente, per essere credibile, il film viene prodotto per davvero, con storyboard, pubblicità e ufficio stampa!
Serrato, mai retorico, con una bella evoluzione dei personaggi, equilibrio nelle parabole narrative e un alto livello di tensione nonostante il lieto fine sia noto già in anticipo.

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Argo, di Ben Affleck, Warner Bros, GK films, Smoke House, USA 2012

Friday 5 April 2013

Александр Исаевич Солженицын | Aleksandr Solženicyn - Arcipelago Gulag (Vol. 1)


Ero stato avvisato del fatto che Solženicyn fosse pesante, ma non immaginavo di fare una tale fatica ad andare avanti. Contro ogni mio standard ho deciso di scrivere qualche considerazione alla fine del primo volume (iniziato a fine gennaio!), perché continuando con questo passo rischio di arrivare in fondo al terzo essendomi già dimenticato il primo. A mia discolpa, Arcipelago Gulag ha in tutto qualcosa come milleottocento pagine – tre volumi da seicento pagine cadauno scritti fitti fitti; se sommiamo questo al fatto che l'opera racconta nei dettagli i meccanismi disumani in cui furono triturati milioni di cittadini sovietici, il complesso rende il tutto di non semplice digestione.

Il primo libro è dedicato all'arresto, all'istruttoria e al trasporto dei detenuti politici verso il GuLag di destinazione. Il concetto di colpa e di innocenza è abolito – borghese, controrivoluzionario. Esiste solo l'articolo 58 del codice penale, formulato in modo tale da poter essere applicato il più diffusamente applicato, con le aggravanti a discrezione della coscienza rivoluzionaria dei giudici (e da un certo punto in poi diventa un semplice procedimento amministrativo gestito dalle troike). Le deposizioni sotto tortura sono la norma; la detenzione contestuale all'istruttoria è tortura già questa. Condanne a dieci, e dal 1937 a venticinque, anni di campo di lavoro sono la norma; il trasporto verso il lager, lungo giorni e notti, è in condizioni di affollamento impensabili ai nostri giorni (si arrivò a trentasei passeggeri in uno solo scompartimento); le prigioni di transito affollate al punto tale che non è possibile usare il bugliolo, e le più elementari condizioni igieniche vengono meno. In più la vessazione da parte dei criminali comuni, da parte delle guardie carcerarie, il cibo razionato oltre misura. Le prigioni zariste della Russia tecnicamente ancora medievale, se confrontate, erano trattamenti extra-lusso.

Deprimente, ma interessante.

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