Monday 24 November 2008

Dino Buzzati - 60 racconti

Buzzati è uno scrittore strepitoso. Al di là dell'aspetto inventivo e contenutistico, è la sua prosa a renderlo grande: complementare a quella dannunziana, essa scivola avanti senza fatica, con un'eleganza ed una ricchezza impareggiabili, mantenendosi allo stesso tempo sempre asciutta, essenziale, rigorosa.

Il valore come scrittore, poi, è dimostrato e confermato dalla maestria dei suoi racconti. Che si tratti di pezzi brevi, lunghi al più qualche pagina, frammenti brevissimi di un solo paragrafo infilati come perle su un filo tematico, o di racconti lunghi con uno svolgimento narrativo generoso, il soggetto non è quasi mai banale e basta un guizzo dell'inventiva buzzatiana a trasformare tutte le situazioni, anche le più consuete. I filoni perseguiti sono vari: spesso ha la meglio il Buzzati disperato che vede il destino segnato ed inesorabile fin dalla prima frase; più di rado la parabola del racconto segue una traccia dolceamara per culminare nella felicità pura (come nel racconto di Natale); sovente racconti della normalità sono sovvertiti da improvvise svolte grottesche, soprannaturali o fantastiche: ed in tutti questi casi Buzzati, da vero poeta, spalanca la porta della fantasia traghettando il lettore oltre la soglia in modo ugualmente potente e discreto.

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Sunday 16 November 2008

Cornelia Funke - Il re dei ladri

2 Milioni di copie vendute per un libro di cui al principio della lettura non comprendevo il senso.
Si tratta infatti essenzialmente di un romanzo per bambini, con due fratellini orfani scappati a Venezia per non venire separati dai progetti di adozione della zia, una banda di ragazzini senzatetto che dorme in un vecchio cinema, il loro capo che si fa chiamare Re dei ladri, un improbabile investigatore privato giocondo e una fotografa filantropa.
La trama si dipana da principio in modo stanco e un po' forzoso; è solo quando il Re dei ladri viene ridotto a ciò che effettivamente è - il gioco avventuroso di un ricco bambino vivente in una prigione dorata - che l'elemento misterioso prende il sopravvento, rendendo interessante la storia. Felice è l'elemento soprannaturale della giostra che permette di ringiovanire ed invecchiare, e felice è anche il corollario di personaggi tratteggiati con i colori decisi e spensierati delle avventure per ragazzi.

Meno felice è la scelta di ambientare la storia a Venezia, che non diventa mai veramente protagonista nonostante l'ostentazione dei toponimi cerchi di mascherare una conoscenza puramente turistica della città, e che come sfondo del racconto potrebbe essere intercambiabile con qualsiasi altro luogo.

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Saturday 15 November 2008

Vacanze romane

Primo ruolo da protagonista per Audrey Hepburn, che con un provino strepitoso strappò la parte a Liz Taylor. La storia è quella, rovesciata, di Cenerentola: dopo un esaurimento nervoso dovuto alle pressioni suscitate dalla lunga serie di visite di stato, la principessa di un non nominato paese, sedata, scappa dal palazzo dov'è ospitata a Roma e si addormenta su una panchina dell'Urbe. Viene recuperata ed ospitata controvoglia da un giornalista, che una volta intuita la sua identità, fiutando lo scoop, le organizza una lunga giornata di vacanza, finendo per innamorarsene.

Supercarismatico Gregory Peck (per me nuova scoperta cinematografica), indimenticabile Audrey Hepburn (assai più affascinante che nel successivo Sabrina); i toni sono sempre garbati, la trama bilanciata, ed il finale dolceamaro segnato dal ritorno ai rispettivi doveri e dalla lealtà reciproca prima di uscire per sempre l'una dalla vita dell'altro è perfetto.

****+

Wednesday 12 November 2008

Gianni Fabbri - Venezia, quale modernità. Idee per una città capitale.

Suggeritomi da Ciacci in seguito alla mia richiesta di bibliografia che dia un taglio meno usuale alle questioni veneziane, il libro è un'analisi dei territori della Grande Venezia. Non si tratta però di un'analisi fine a se stessa: Fabbri ragiona con mentalità progettuale, individuando gerarchie, sistemi spaziali e funzionali, e presupponendo una certa conoscenza dello status quaestionis da parte del lettore, cosa che gli permette una scrittura più agile.
La migliore intuizione è probabilmente l'individuazione dell'asse Marghera - S. Giuliano - Canale della Giudecca - Bacino di S. Marco - Lido come polarità di concentrazione delle trasformazioni, e la conseguente necessità di ragionare su di esso come su di un sistema unitari anche a livello progettuale.

Un grande pregio del libro è inoltre la sua relativa novità: pubblicato nel 2005, a distanza di 3 anni permette ancora un approccio relativamente fresco alla problema veneziano ed alle sue dinamiche presenti e future.

***++

Giù al nord

Bienvenue Chez Les Ch'tis è il titolo originale di questo film sui pregiudizi approdato da noi dopo aver sbancato la Francia. Les Ch'tis sono gli abitanti della regione Nord-Passo di Calais, dove viene spedito in sanzione disciplinare un direttore delle poste residente nell'assolata Provenza. Le voci che circolano sul Nord sono terribili: freddo, neve, gente rozza e dalla parlata incomprensibile (e tutto il film si regge su una serie di gag a questo proposito), ma ben presto Philippe stringe amicizia con i locali, ed è conquistato dalla loro dolcezza ed ospitalità. E il momento più accorato, ancorché previsto fin dall'inizio, è il nuovo trasferimento: perché chi viene al Nord piange due volte: di disperazione quando arriva, e di nostalgia quando se ne va.

L'eccellente scuola di doppiaggio italiana ha fatto un magnifico lavoro nella traduzione: un film praticamente intraducibile a causa dei suoi giochi di parole tra il francese e lo Ch'ti-mi è stato reso costruendo parola per parola la lingua del Nord, inventando di fatto un nuovo idioma assemblando pezzi dialettali italiani e conservando la dolcezza della pronuncia ed i discostamenti dalla lingua ufficiale - nel nostro caso l'italiano.

Il regista, Dany Boon, originario del Nord-Passo di Calais e convertito all'ebraismo, recita la parte di Antoine.

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Monday 10 November 2008

Francesco Dal Co (a cura di) - 10 immagini per Venezia

Il libro raccoglie i 10 progetti del concorso di idee per l'area ex Saffa (Cannaregio ovest) tenutosi alla fine degli anni Settanta, costituendo di fatto un catalogo della mostra ospitata presso l'ala napoleonica nell'aprile 1980. Lo scritto di Dal Co funge da introduzione e spesso da chiave di lettura, mentre protagonisti sono i 10 progetti con i loro testi di corredo e le loro immagini.

Raimund Abraham (con Kevin Bone, Joseph Levine) propone un sistema di piazze dalle geometrie rigidissime, basate sul quadrato, chiamato Città della duplice visione. L'elemento lungo del Muro dei viaggi perduti interfaccia l'intervento con l'area della stazione nei pressi di Lista di Spagna, mentre due rette ortogonali tra loro poste ad angolo quasi arbitrario individuano nella loro intersezione una Torre della Sapienza, elemento aghiforme nella Sacca della Misericordia.

Carlo Aymonino
(con Vanna Fraticelli, Carlo Magnani) riempie il vuoto liberatosi con due interventi a modulo iperripetitivo, in cui è la spazialità delle stecche di duplex ad avere il sopravvento, cercando allo stesso tempo caratteristiche di venezianità.

Peter Eisenman (con David Buege, John Nambu, Joan Ockman) parte dalla griglia corbusieriana per dare origine a piccoli eventi localizzati sui suoi nodi o nel mezzo delle sue maglie, scandendo in questo modo uno spazio liberato di tutte le funzioni industriali precedenti.

Le Tredici torri di guardia di Cannaregio di John Heiduk sono affacciate su un campo grandissimo, pavimentato con tante lastre di pietra quanti sono gli anni della nostra era. Un progetto pessimista, come rimarca Dal Co, visionario, che si mette in scena sotto forma di racconto ed immagini tra il fantastico ed il metafisico e che si ricollega al progetto precedente di Heiduk del Cimitero delle ceneri del pensiero. Le torri sono divise in stanze sovrapposte, abitate da 13 persone (o meglio, personae) scelte dalla città; sulla stessa piazza vi è la Casa di colui che rifiutò di partecipare.

Bernard Hoesli (con Beat Affolter, Gérard Butz, Daniel Gerber, Jürg Jansen, Luca Maraini, Theo Meyer, Andy Raeber, Bruno Scheuner, Tobi Stoeckli, Ursula Z'Graggen) mette insieme pezzi di città in modo quasi "analogo", ma partendo con i piedi ben piantati per terra: per rivitalizzare l'area concentra i suoi sforzi sul fare sì che l'abitare a Cannaregio ovest diventi un'esperienza glamour, introducendo funzioni di prestigio e spazi di rappresentanza come la calle dei negozi.

Rafael Moneo riprende le linee tracciate dalle geometrie dell'ospedale di Le Corbusier, facendo notare la natura piatta di una città orizzontale sull'acqua, i cui edifici si presentano all'occhio sempre col fronte, verticale e bidimensionale.

Valeriano Pastor
(con Maria Pia Cunico, Lorenzo Marcolin, Silvio Paolini e Renato Rizzi) si distingue per un ferreo ed interessantissimo testo suggerente una suddivisione analitica degli spazi veneziani a seconda dell'organizzazione - a manica lunga, che connette molti organismi funzionali mediante il principio del portico/galleria anche sopraelevato; a zattera, con volumi arenati nello spazio vuoto che vanno ad occupare; mediante binomio chiesa-ponte (Scalzi, S. Geremia-Guglie, S. Giobbe-Tre archi), o mediante il semplice fondo oro o bianco che costituisce astrazione spaziale suprema.

Brillante l'intervento di Gianugo Polesello e Giuseppina Marcialis (con Pier Luigi Grandinetti e Franca Pittaluga), che a forme intelligenti di rappresentazione uniscono una logica trasportistica, proponendo un terminal acqueo ed apparati per lo scambio intermodale con ferro e gomma; resta da parte il ragionamento sugli spazi veneziani.

Non spregevole, ma probabilmente sopravvalutato l'apporto di Aldo Rossi (con Giulio Dubbini, Aldo De Poli e Marino Narpozzi), che si ferma alla realizzazione di un terminal acqueo e di retrostante albergo/muro, senza scendere nello specifico della natura spaziale di Venezia.

Deludente il progetto di Luciano Semerani (con Adriano Cornoldi e Filippo Messina), che dopo aver analizzato le tipologie di insule veneziane non giunge ad una proposta chiara.