Friday 31 October 2008

Joseph Ratzinger - Gesù di Nazaret

Primo approccio all'opera di Joseph Ratzinger, nonché primo libro pubblicato dal teologo tedesco dall'elezione al soglio pontificio.

Ratzinger analizza Gesù con occhio cristiano, senza per questo rinunciare ad una sistematica meticolosità in un approccio che integra dati storici, interpretazione storiografica, esegesi della scrittura e vera e propria catechesi; il tutto in un testo che studia Gesù Cristo soprattutto nel contesto della sua vita pubblica, partendo quindi dal battesimo e finendo però con la trasfigurazione, scelta che prelude alla pubblicazione di un secondo volume, conclusivo.

Estremamente ricchi sono gli spunti di catechesi, particolarmente felici in due grandi aree tematiche: l'annuncio del Regno di Dio inteso come "essere Signore di Dio", e il Discorso della montagna nelle sue grandi parti costituite dalle Beatitudini e dall'istituzione del Padre Nostro, che viene sviscerato verso per verso.

Di grandissimo valore è infine la considerazione di partenza: perché la casta sacerdotale ebrea avrebbe dovuto chiedere la crocifissione di Gesù se questi fosse stato un messia politico? I sacerdoti lo hanno invece fatto crocifiggere per il suo messaggio teologico, per essi blasfemo in quanto implicante che egli fosse davvero il Figlio di Dio. Ed ancora, non è più probabile che la cristologia di I secolo si fondi su una realtà piuttosto che su un'invenzione "dogmatica" di per sé controproducente nel contesto romano/ellenico/giudaico dell'epoca?

****

Thursday 30 October 2008

Biennale di architettura 2008: architecture without building.

Architecture without building è lo slogan dell'undicesima mostra internazionale di architettura ospitata alla biennale di Venezia e curata da Aaron Betsky.

Il problema fondamentale è che Betsky è uno storico dell'arte: il suo approccio è quello, a ragione ipercriticato, che fa dell'architettura un'arte figurativa sottostante alla logica dell'ars gratia artis. Di conseguenza, le installazioni tendono all'autoreferenzialità, sottraendosi in gran parte dei casi a ragionamenti progettuali in favore di figurazioni più o meno riuscite, ed il visitatore si trova a passare dalle monadi leibnitziane, critiche nei migliori dei casi, delle Corderie dell'Arsenale e del Padiglione Italia alle stratificazioni bulimiche di progetti ospitate dai padiglioni nazionali, illeggibili nei tempi compressi che la visita ad un'esposizione impone.

Eccezioni notevoli sono state in questo senso la città per macchine volanti presentata da MVRDV; s1ngletown, insieme di dispositivi spaziali per persone che vivono sole in un mondo sempre più popolato, ideata da un collettivo olandese, e la sempre olandese presa in giro delle ultime tendenze progettuali (sotto forma di fotomontaggio); apprezzabili (finché non se ne legge l'abstract) la megastruttura astronaviforme francese ed il canyon/caverna-teatro, forse perché giocando con le grandi dimensioni accendono l'immaginario dei sogni erotici proibiti di un architetto.
Le cose più fastidiose alla fine però non sono le installazioni dall'ermetismo programmatico, quanto quelle che sembrano voler gridare a squarciagola "Natura!", "Verde!", o "Sostenibile!", senza per questo porsi in modo riflessivo rispetto a questi temi, prediligendo una retorica del colore e dell'alberello facile.

** (*** solo perché in quanto Biennale stimola comunque la mente).

Wednesday 22 October 2008

Vilayur S. Ramachandran, Che cosa sappiamo della mente

Uno dei più importanti neurobiologi del mondo introduce il laico alla sua disciplina, spiegando esperimenti e teorie attraverso una carrellata di casi disfunzionali.
La materia è interessante, il taglio non dichiaratamente sensazionalistico nonostante la curiosità dei casi trattati: tutte le carte in regola per essere un libro abbastanza serio e piacevolmente leggibile.

Non mancano i risvolti inquietanti - uno fra tutti lo sfasamento temporale tra volizione a livello cerebrale e sua emersione cosciente, che forse avrebbe mandato in crisi il povero Schopenhauer.

***

Wall-E

Nono lungometraggio di animazione e nuovo capolavoro targato Pixar.

Wall-E è un robottino programmato per smaltire rifiuti su una Terra apocalitticamente ridotta a gigantesca discarica. La scoperta di una pianticella e l'incontro con la sonda EVE lo coinvolgeranno in un'avventura che porterà alla salvezza del genere umano, evacuato su un'astronave governata da un computer stile 2001 odissea nello spazio.
Wall-E è tenerissimo nonostante, o forse proprio perché dice 4 parole in tutto, il film intelligentissimo e divertente (anche se leggermente sotto le aspettative generate dalla critica); piuttosto inquietanti le immagini di fusione tra governo e commercio, umanità obesa immersa in apatiche comunicazioni virtuali e surrogati di natura, e completa automatizzazione conducente di fatto alla deresponsabilizzazione dell'individuo.

Come da tradizione, il film è preceduto da un corto. Quello di quest'anno, Presto, narra le peripezie di un prestigiatore alle prese con un cappello magico e il suo coniglio che non collaborerà finché non gli verrà data la sua carota - il tutto in stile Looney Tunes.

****

Monday 20 October 2008

Elena Colombo - Schopenhauer e l'antropologia della dissonanza

Opera prima di mademoiselle Helène, nata dall'evoluzione della tesi di laurea triennale brillantemente discussa nella sessione estiva 2007-2008, il libello va ad analizzare le connessioni tra musica e filosofia a partire dalla visione presentata da Schopenhauer nel Mondo come Volontà e rappresentazione: il libro del Mondo infatti è di per sé ricco di riferimenti musicali, e non è un caso che Schopenhauer tracci un'analogia tra la Volontà e la musica, in questo senso dissimile da tutte le altre arti in quanto non costituisce rappresentazione.

Il libro prosegue seguendo da un lato il percorso di emancipazione della dissonanza che tra Otto e Novecento portò al dissolvimento del sistema tonale e dall'altro il contributo filosofico schopenhaueriano e nietzscheano, risultando interessante soprattutto per l'analisi del movimento melodico e i passaggi più marcatamente musicologici in cui viene trattata la struttura armonica dell'accordo "consonante" skrabiniano.

****

Friday 17 October 2008

Vero come la finzione

Geniale film di Marc Forster, primo titolo della terza rassegna di cinema e psicanalisi tenuta presso la biblioteca civica.

Harold Crick (Will Ferrel) è un ispettore delle tasse del governo americano con comportamenti fobico-ossessivi che ad un certo punto della propria vita inizia a sentire nella sua testa un narratore onnisciente in terza persona raccontare le sue azioni. Parallelamente, nella stessa città, una scrittrice in preda a blocco creativo, tallonata dall'assistente inviatole dalla casa editrice, cerca il modo di far morire Harold Crick, l'ispettore delle tasse protagonista del suo ultimo romanzo. Il film verte interamente sulle ossessioni di Harold (che alla fine sono ossessioni proiettate da Kay Eiffel, a sua volta ossessionata e tabaccomane scrittrice in crisi), sul suo progressivo aprirsi al mondo affettivo grazie all'incontro con la bella fornaia Ana Pascal, e sulla sua ricerca della "storia" in cui si trova con l'aiuto di un professore di letteratura - il tutto in chiave tragicomica. Il cast (stellare: Dustin Hoffman, Maggie Gyllenhaal, Queen Latifah ed Emma Thompson) pare essersi divertito a calarsi nei rispettivi ruoli, e così il film scivola via leggero ed ammiccante, finendo per avere come protagonisti il soggetto e la sceneggiatura. Superarchitettonici gli effetti con cui viene rappresentata l'ossessione numerica e misuratrice di Harold.

*****