Tuesday 16 December 2008

Erle Stanley Gardner - Il caso dei dadi truccati

Finalmente un giallo, dopo tante letture più o meno impegnate. Non che il libro non fosse impegnativo: la vicenda delle multiple identità del morto e il mare di personaggi che si accavalla fin dall'inizio della narrazione non rendono facile il mantenimento del filo. Il titolo sembrerebbe relativamente arbitrario, visto che il nocciolo della trama è un gioco di identità e di eredità con scavi nel profondo passato della corsa all'oro nel Klondike (o Yukon che sia); poi però al momento del denouement viene da dirsi che se uno gli avesse prestato attenzione, sarebbe forse giunto alla soluzione da solo.

Gardner alla prima impressione non mi dispiace: ha uno stile leggero, con un umorismo anglofono diverso da quello di Agatha Christie ma non per questo meno apprezzabile: alcune scene del processo in tribunale suscitano decisamente ilarità (non è un caso che Gardner avesse fatto di professione l'avvocato). E il personaggio di Perry Mason, pur non apportando nulla di nuovo sotto il sole alla figura del detective (o meglio - avvocato/detective) è simpatico per la sua indolenza, per il suo lasciar fare il lavoro di ricerca al suo investigatore privato di fiducia, e per l'eterna simpatia reciproca con la segretaria Della.

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