Tuesday 30 December 2008

Giovanni Allevi - La musica in testa

Regalo di Natale dei genitori, inconsapevoli della bagarre scatenatasi giusto il giorno prima con il concerto di Allevi in Senato e la rovente stroncatura di Ughi.

Il problema fondamentale è che Ughi ha ragione, al di là del (medio) valore della musica di Allevi. Il libro usa esattamente lo stesso tono tra l'agiografico ed il profetico su cui Allevi ha fondato il marketing di se stesso: la storia del musicista geniale, dedito solo alla musica e con tendenze ossessivo-compulsive al limite dell'autismo, che riesce a sfondare grazie al proprio innato talento, alla rivoluzionarietà della sua musica ed alla propria capacità di toccare l'anima delle persone attraverso di essa.
Ed ancora, il giovane compositore che compone addirittura mentre sta eseguendo brani in concerto, che fonde la tradizione classica italiana ed europea con la propria novità gestaltica in una mistura travolgente per l'impolverato panorama musicale internazionale, spalancando le porte ad un nuovo rinascimento in cui arte e vita ritornano ad unirsi, in cui i giovani corrono ad assistere a concerti di musica classica e gli anziani dalle loro torri d'avorio non sanno fare altro che sputare veleno sul da loro incompreso artista estroso e sregolato.

Tutto questo andrebbe bene se Allevi fosse veramente il genio che sostiene di essere. Purtroppo però le sue composizioni non sono portatrici di nulla di veramente eccezionale (anzi: spesso sono monotone, spremono un'idea musicale fino al midollo prima di abbandonarla, e non sono in fondo molto diverse dalla musica per film che lo stesso Allevi critica); il confronto tra l'apporto dell'artista e la sua esagerata risonanza mediatica, talmente stilizzata da offrire il fianco al sospetto di costruzione pianificata, risulta quindi semplicemente impietoso.

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