Una situazione esemplare in questo senso può essere
considerata quella dei bambini ‘dotati’, che agiscono esattamente secondo le
aspettative dei genitori: essi sono di fatto bambini che dei genitori riescono
a cogliere i bisogni inconsci, adattandovisi e mettendo a tacere quei sentimenti, per lo più negativi, che ai
genitori sono inaccettabili. Ma in questo modo, il vero Sé viene soffocato nel
suo sviluppo, e il bambino, insicuro in campo affettivo, traghetta le proprie
difficoltà in campo adulto mettendo in atto tutta una serie di strategie per
nasconderle a se stesso e agli altri e difendersi da esse; divenendo magari a
sua volta un genitore incapace di autentica disponibilità, e creando così un
circolo vizioso.
Il testo è suddiviso in tre sezioni tematiche, tra loro
propedeutiche. La prima analizza il contesto e le situazioni che fanno sì che
un bambino, sensibile nei confronti dei bisogni inconsci delle persone amate (in
primis i genitori), elabori un comportamento di corrispondenza ai loro
bisogni, sviluppando un Sé inautentico che non dà voce ai sentimenti negativi. La
seconda sezione guarda poi al bambino diventato adulto, mostrando le due più
comuni forme in cui si struttura la negazione dei bisogni infantili inespressi:
la depressione, da una parte, e la grandiosità dall’altra, e il modo in cui
queste emergono nel corso della psicoterapia in rapporto agli episodi infantili
rimossi. La terza sezione si concentra infine sulle dinamiche del disprezzo,
frutto della mortificazione infantile e seme generatore, nell’esercizio
manipolatorio inconscio, di nuova mortificazione che produrrà altro disprezzo;
rileva infine la necessità di vivere le emozioni negative a livello conscio,
anche con l’aiuto della terapia, allo scopo di esaurirne l’energia attraverso
l’espressione e di avere consapevolezza del loro impatto sul prossimo.
Il testo costituisce la riscrittura e continuazione – una
sorta di seconda edizione riveduta e ampliata – di un libro pubblicato per la
prima volta nel 1979, ed è frutto di vent’anni di attività psicanalitica
dell’autrice. Il taglio è decisamente psicanalitico, cercando nell’inconscio e
nel passato rimosso dalla coscienza le ragioni del comportamento presente.
L’esposizione, divulgativa, alterna passaggi analitici e argomentativi a numerosi
e vari esempi provenienti dalla pratica dell’autrice, facilitando la
comprensione e permettendo al lettore di riconoscere in se stesso eventuali
meccanismi analoghi a quelli descritti. Il limite più grande del libro sta
forse nella sua (per altri aspetti pregevole) stringatezza: apre infatti su un
campo che per il lettore medio è inesplorato, e in cui ogni informazione che
permette di definire meglio l’ambito risulta preziosa e di grande interesse.
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