Friday 5 April 2013

Александр Исаевич Солженицын | Aleksandr Solženicyn - Arcipelago Gulag (Vol. 1)


Ero stato avvisato del fatto che Solženicyn fosse pesante, ma non immaginavo di fare una tale fatica ad andare avanti. Contro ogni mio standard ho deciso di scrivere qualche considerazione alla fine del primo volume (iniziato a fine gennaio!), perché continuando con questo passo rischio di arrivare in fondo al terzo essendomi già dimenticato il primo. A mia discolpa, Arcipelago Gulag ha in tutto qualcosa come milleottocento pagine – tre volumi da seicento pagine cadauno scritti fitti fitti; se sommiamo questo al fatto che l'opera racconta nei dettagli i meccanismi disumani in cui furono triturati milioni di cittadini sovietici, il complesso rende il tutto di non semplice digestione.

Il primo libro è dedicato all'arresto, all'istruttoria e al trasporto dei detenuti politici verso il GuLag di destinazione. Il concetto di colpa e di innocenza è abolito – borghese, controrivoluzionario. Esiste solo l'articolo 58 del codice penale, formulato in modo tale da poter essere applicato il più diffusamente applicato, con le aggravanti a discrezione della coscienza rivoluzionaria dei giudici (e da un certo punto in poi diventa un semplice procedimento amministrativo gestito dalle troike). Le deposizioni sotto tortura sono la norma; la detenzione contestuale all'istruttoria è tortura già questa. Condanne a dieci, e dal 1937 a venticinque, anni di campo di lavoro sono la norma; il trasporto verso il lager, lungo giorni e notti, è in condizioni di affollamento impensabili ai nostri giorni (si arrivò a trentasei passeggeri in uno solo scompartimento); le prigioni di transito affollate al punto tale che non è possibile usare il bugliolo, e le più elementari condizioni igieniche vengono meno. In più la vessazione da parte dei criminali comuni, da parte delle guardie carcerarie, il cibo razionato oltre misura. Le prigioni zariste della Russia tecnicamente ancora medievale, se confrontate, erano trattamenti extra-lusso.

Deprimente, ma interessante.

***+

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