Saturday 25 August 2007

Henry Miller - Tropico del cancro

Premetto subito che non sono affatto sicuro che questo libro mi sia piaciuto. Di rapida, anche se non semplicissima lettura a causa dello stile sconnesso, convoluto, che accosta singoli eventi in modo a volte pericolosamente vicino al flusso di coscienza joyciano, colpisce innanzitutto per la ruvidezza del suo linguaggio. Un tripudio di parolacce, un rapporto con il corpo assolutamente libero, una morale non inesistente, ma altamente personale. La vita degli scrittori, poeti e artisti scapigliati nella Parigi anni Venti è un susseguirsi infinito di sesso, alcol, prostitute, grandi ideali, grandi delusioni e lavori malpagati. Denso di sarcasmo, a tratti anche brillante, è il tipico libro che non si apprezza durante la lettura, perché troppo soffocante, ma di cui rimane un ricordo non indifferente alla fine.

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