Wednesday 21 November 2007

Elettra

Andare a teatro è prima di tutto un evento sociale - il rituale comprende la vestizione (questa volta saltata in tronco, eccetto per l'accoppiata cappotto-sciarpa), lo spostamento composto per giungere al teatro, la svestizione al guardaroba, e il soggiorno anticipatorio nel foyer in attesa di raggiungere i propri posti (anche questo saltato, e non recuperato in quanto l'atto era unico); a maggior ragione se lo spettacolo in cartellone è un classico tra i classici come l'Elettra di Sofocle.

Scenografia interessante, con due triangoli pietrosi sovrapposti sul pavimento, e un'apertura al centro - essenziale e fondamentalmente efficace. La scena era quasi quella di un'eruzione vulcanica. Inizio superbo, drammatico e misurato (annuncio dato dal messo/servitore nella migliore tradizione del teatro greco), tuttavia già le prime battute di Oreste (Max Malatesta) ed il primo monologo di Elettra (Lina Sastri) hanno fatto capire che il limite principale dello spettacolo era la qualità della recitazione: fiumi di parole accavallate l'una sull'altra, senza che la dizione permettesse una più rigorosa scansione dei tempi, né rendesse agevole la comprensione delle battute pronunciate sottovoce. Sotto questo punto di vista l'attrice migliore è stata sicuramente Clitemnestra (Leda Negroni), penalizzata però da un costume medievaleggiante e dall'assassina uscita dal foro centrale nel pavimento - ingresso alla reggia degli Atridi, che a questo punto ha assunto le proporzioni anticipate qualche mese fa dalla Centanni al seminario di iconologia: l'uomo senza legge torna ad essere un bruto, che vive in caverne, privo di humanitas e di architettura.
Degenerazione grottesca nella seconda metà: la "morte" di Oreste durante la gara di quadrighe ai giochi pitici è descritta con toni da Gazzetta dello Sport/Processo di Biscardi, il riconoscimento di Oreste sembra estrapolato da Beautiful (con un infelicissima traduzione del testo greco ed ancora peggiore recitazione nel passaggio topico: Oreste è vivo come sono vivo io!). La degenerazione finale è totale, con una superflua entrata/ritorno dai campi di Egisto, ucciso in diretta (trascinato da sotto dentro il buco) come i cattivi dei film d'azione anni ottanta (quanto era stata più elegante l'eliminazione di Clitemnestra, interamente dietro le quinte), non senza che Elettra lo avesse allietato con un assurdo balletto svolto maneggiando una di quelle sfere che si illuminano colpendole. Apoteosi del trash coronata dalla spasmodica "morte di gioia" di Elettra.

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