Wednesday 21 November 2007

Visita alla collezione Peggy Guggenheim

Dopo ben tre anni ho adempito ad uno degli obblighi culturali ignominiosamente ignorati da quando mi sono stabilito in laguna: la visita della collezione Peggy Guggenheim.
Al di là del fatto che già l'ingresso a Cà Venier dei Leoni sia di per sé un'esperienza (specialmente arrivandoci dal ponte votivo della Salute), ho trovato meravigliosi e bizantini echi di Pikionis nel giardino delle sculture, ed in generale ho apprezzato ogni parte dell'edificio, non ultima la terrazza sul Canal Grande.
Il tour attraverso l'esposizione stabile è stata una serie di conferme e nuove scoperte: Picasso, Kandinskij, Chagall, Mirò, Mondrian, Klee, Braque, De Chirico, Sironi e Carrà; i miei amati surrealisti Duchamp e Magritte, cui ora dovrò aggiungere la nuova scoperta Max Ernst, sorta di novello Füssli nonché secondo marito di Peggy Guggenheim, e Victor Brauner (Květa Pacovská credo gli debba molto). Tra le scoperte devo aggiungere il Boccioni pittore, e qualche raro momento particolarmente ispirato di Pollock, Morris Hirschfield e Willem de Kooning, che però non posso dire di aver inserito direttamente nell'olimpo dei miei preferiti. Un punto interrogativo (in senso positivo) su Jean Arp (collages e gamma cromatica terrosa) e Francis Picabia.
Tra le conferme ci sono naturalmente anche le repulsioni: Dalì, i futuristi (Balla e compagnia, ad eccezione per il sopra citato Boccioni pittore), e Pollock, che per quanto mi abbia affascinato cromaticamente con un quadro, come detto prima, rimane un imbrattatele.

Utile la piccola conferenza tenuta in giardino dalla guida per permetterci di collocare storicamente Peggy e la sua collezione; assolutamente inutile invece la mostra Rosso. La forma instabile dedicata allo scultore impressionista Medardo Rosso, che aveva la cattiva abitudine di fotografare le sue brutte opere, rifotografare le fotografie per poi ritagliarle e fotografarle nuovamente.

2 comments:

Corinna said...

"IMBRATTATELE"?!?!?!?
Ti rimando (come ogni volta che affrontiamo l'argomento) al bellissimo ed interessantissimo libro "L'informe" Krauss - Bois ed. Bruno Mondadori.

Santi said...

...per evitare la lettura del quale sono fuggito da Rizzi, che aveva in bibliografia Severino e Cacciari.

Perlomeno nel frattempo ho imparato che bisogna sempre leggere i libri della discordia (per rafforzarsi nella propria opinione)!!