Monday 10 November 2008

Francesco Dal Co (a cura di) - 10 immagini per Venezia

Il libro raccoglie i 10 progetti del concorso di idee per l'area ex Saffa (Cannaregio ovest) tenutosi alla fine degli anni Settanta, costituendo di fatto un catalogo della mostra ospitata presso l'ala napoleonica nell'aprile 1980. Lo scritto di Dal Co funge da introduzione e spesso da chiave di lettura, mentre protagonisti sono i 10 progetti con i loro testi di corredo e le loro immagini.

Raimund Abraham (con Kevin Bone, Joseph Levine) propone un sistema di piazze dalle geometrie rigidissime, basate sul quadrato, chiamato Città della duplice visione. L'elemento lungo del Muro dei viaggi perduti interfaccia l'intervento con l'area della stazione nei pressi di Lista di Spagna, mentre due rette ortogonali tra loro poste ad angolo quasi arbitrario individuano nella loro intersezione una Torre della Sapienza, elemento aghiforme nella Sacca della Misericordia.

Carlo Aymonino
(con Vanna Fraticelli, Carlo Magnani) riempie il vuoto liberatosi con due interventi a modulo iperripetitivo, in cui è la spazialità delle stecche di duplex ad avere il sopravvento, cercando allo stesso tempo caratteristiche di venezianità.

Peter Eisenman (con David Buege, John Nambu, Joan Ockman) parte dalla griglia corbusieriana per dare origine a piccoli eventi localizzati sui suoi nodi o nel mezzo delle sue maglie, scandendo in questo modo uno spazio liberato di tutte le funzioni industriali precedenti.

Le Tredici torri di guardia di Cannaregio di John Heiduk sono affacciate su un campo grandissimo, pavimentato con tante lastre di pietra quanti sono gli anni della nostra era. Un progetto pessimista, come rimarca Dal Co, visionario, che si mette in scena sotto forma di racconto ed immagini tra il fantastico ed il metafisico e che si ricollega al progetto precedente di Heiduk del Cimitero delle ceneri del pensiero. Le torri sono divise in stanze sovrapposte, abitate da 13 persone (o meglio, personae) scelte dalla città; sulla stessa piazza vi è la Casa di colui che rifiutò di partecipare.

Bernard Hoesli (con Beat Affolter, Gérard Butz, Daniel Gerber, Jürg Jansen, Luca Maraini, Theo Meyer, Andy Raeber, Bruno Scheuner, Tobi Stoeckli, Ursula Z'Graggen) mette insieme pezzi di città in modo quasi "analogo", ma partendo con i piedi ben piantati per terra: per rivitalizzare l'area concentra i suoi sforzi sul fare sì che l'abitare a Cannaregio ovest diventi un'esperienza glamour, introducendo funzioni di prestigio e spazi di rappresentanza come la calle dei negozi.

Rafael Moneo riprende le linee tracciate dalle geometrie dell'ospedale di Le Corbusier, facendo notare la natura piatta di una città orizzontale sull'acqua, i cui edifici si presentano all'occhio sempre col fronte, verticale e bidimensionale.

Valeriano Pastor
(con Maria Pia Cunico, Lorenzo Marcolin, Silvio Paolini e Renato Rizzi) si distingue per un ferreo ed interessantissimo testo suggerente una suddivisione analitica degli spazi veneziani a seconda dell'organizzazione - a manica lunga, che connette molti organismi funzionali mediante il principio del portico/galleria anche sopraelevato; a zattera, con volumi arenati nello spazio vuoto che vanno ad occupare; mediante binomio chiesa-ponte (Scalzi, S. Geremia-Guglie, S. Giobbe-Tre archi), o mediante il semplice fondo oro o bianco che costituisce astrazione spaziale suprema.

Brillante l'intervento di Gianugo Polesello e Giuseppina Marcialis (con Pier Luigi Grandinetti e Franca Pittaluga), che a forme intelligenti di rappresentazione uniscono una logica trasportistica, proponendo un terminal acqueo ed apparati per lo scambio intermodale con ferro e gomma; resta da parte il ragionamento sugli spazi veneziani.

Non spregevole, ma probabilmente sopravvalutato l'apporto di Aldo Rossi (con Giulio Dubbini, Aldo De Poli e Marino Narpozzi), che si ferma alla realizzazione di un terminal acqueo e di retrostante albergo/muro, senza scendere nello specifico della natura spaziale di Venezia.

Deludente il progetto di Luciano Semerani (con Adriano Cornoldi e Filippo Messina), che dopo aver analizzato le tipologie di insule veneziane non giunge ad una proposta chiara.

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