È significativo che lo abbia preso in lettura perché mi accompagnasse a Trieste, che secondo me è un luogo eminentemente buzzatiano - ed ora ne ho finalmente compreso la ragione. Il motivo è che la scrittura di Buzzati è fortemente simbolica, metaforica e allusiva, per quanto stilisticamente asciutta: Buzzati cerca la trama nascosta che unisce i significati delle cose, e così luoghi, situazioni ed oggetti assumono agli occhi degli uomini protagonisti della narrazione una pregnanza quasi metafisica, dechirichiana. Spesso l'aura è fatale, vagamente maledetta, l'orizzonte ultimo è la morte; e tuttavia racconti come L'assalto al Grande Convoglio, Il dolore notturno, Cèvere, Il sacrilegio e Di notte in notte sono carichi di quella speranza tipica dell'uomo che guarda alle stelle confidando nel fatto che esiste un mondo dietro il mondo.
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- I sette messaggeri
- L'assalto al Grande Convoglio
- Sette piani
- Ombra del sud
- Eppure battono alla porta
- Eleganza militare
- Temporale sul fiume
- L'uomo che si dava arie
- Il memoriale
- Cèvere
- Il mantello
- L'uccisione del drago
- Una cosa che comincia per elle
- Il dolore notturno
- Notizie false
- Quando l'ombra scende
- Vecchio facocero
- Il sacrilegio
- Di notte in notte
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