Monday 6 August 2012

Antonia Arslan - La masseria delle allodole

Dopo averne sentito parlare ripetutamente, alcuni anni fa, l'ho trovato da Massimo in appartamento a Trieste, e ho deciso di leggerlo: si tratta, in fondo, di poco più di duecento pagine, stampate ampie.

Non è un brutto libro: Antonia Arslan(ian) cerca i toni dell'epopea familiare, della microstoria sullo sfondo della macrostoria, e riesce a tratteggiare, con forse eccessivo uso di aggettivi ed epiteti, un piccolo affresco ricco di figure e di destini. La profondità è data dalla durezza della verità sullo sfondo, che è quella del secondo genocidio armeno del 1915-1916. Il quadro familiare di prosperità e felicità si infrange all'improvviso: l'organizzazione governativa stringe silenziosamente la sua rete facendo sparire prima gli uomini armeni in vista, quelli che avrebbero potuto dare risonanza a quanto stava accadendo, e poi con precisione chirurgica agisce. Gli armeni sono un bubbone da eliminare per consentire la formazione dello stato nazionale turcodalle ceneri dell'impero ottomano in dissoluzione che sta perdendo la guerra. E così si susseguono le convocazioni dei capifamiglia e dei maschi, il loro sterminio senza sepoltura, la deportazione delle famiglie in carovane che attraversano l'Anatolia scortate dalle forze dell'ordine turche (che però tacitamente si dileguano ogni volta che c'è bisogno di lasciare mano libera alle violenze dei banditi curdi), e decimate dalla fame e dalle violenze lungo la via di Aleppo. E lì se alcuni membri della famiglia Arslanian si salvano grazie all'intervento dei familiari di Aleppo e delle loro conoscenze diplomatiche, gli altri aspettano, confluiti da ogni dove, di essere mandati ancora più a est, verso  Der-el-Zor, dal nome minaccioso. Sembra di sentire un'anticipazione di quanto toccherà agli ebrei in Germania vent'anni dopo: stesse pratiche, stessa meticolosità, solo tecnologia un po' meno avanzata e i brandelli dell'Ottocento che se ne va spazzato via dalla guerra.

***

No comments: