Pelevin non si può inscatolare nella definizione di "autore russo": tra lui e altri scrittori russi c'è ben poco in comune, anche sotto il profilo tematico. Anzi, la Russia post-sovietica il cui caos è metaforicamente rievocato dai racconti, potrebbe essere in realtà un qualsiasi altro paese occidentale: gli unici elementi propriamente russi sono i riferimenti ai relitti dell'ex URSS, che però fungono da semplici quinte. La narrazione è onirica, il reale irreale, doppio, triplo, sfaccettato; pare di trovarsi nei sogni di una farfalla che sogna di essere un vecchio. E proprio questa deriva onirica alla lunga risulta pesante, pur nella varietà di registri letterari dei singoli racconti, che finiscono per essere di difficile lettura e rischiare di assomigliarsi comunque tutti. I più apprezzabili sono senza dubbio i due titoli che aprono e chiudono la raccolta – Un problema di lupi mannari nella Russia centrale, magico-realista in chiave russa anziché ispanoamericana, e Il principe del Gosplan, con la sua sovrapposizione di reale e giochi VGA in DOS (Prince of Persia in primis). Piacevoli anche Il sogno di Vera Pavlovna, con il bagno pubblico che continua a manifestare la propria natura primaria anche con il susseguirsi delle gestioni e delle destinazioni d'uso, e La liana di Tarzan, riflessione di un sonnambulo che sogna di vagare attraverso la città addormentata.
**++
Racconti:
- Un problema di lupi mannari nella Russia centrale, ****
- Il nono sogno di Vera Pavlovna, ***-
- Dormi, **
- Taishow Chuan Urss, **
- La liana di Tarzan, ***-
- Ontologia dell'infanzia, **+
- La Giornata del conducente di bulldozer, **
- Il principe del Gosplan, ***+
Viktor Pelevin [Ви́ктор Оле́гович Пеле́вин], Un problema di lupi mannari nella Russia centrale, Mondadori, Milano 2000 [1994]
No comments:
Post a Comment