Wednesday 2 April 2014

Infanzia clandestina

La lotta dei montoneros peronisti nella seconda metà degli anni Settanta, durante la "Guerra sporca" seguita al golpe che alla morte di Juan Peron aveva portato al potere l'esercito, vista dalla prospettiva del figlio dodicenne di una coppia di agitatori rientrata in segreto da Cuba.
Ampie sequenze oniriche, una struggente e nostalgica canzone cantata dalla madre rivoluzionaria con l'accompagnamento di un arpeggio do chitarra; uso deliberato e ricorrente della luce verde smeraldo; tavole da novella grafica animate alla Gray Matter per narrare visionariamente le sequenze più violente: tutto ciò fa di Infanzia clandestina un film ben girato, visivamente interessante e con un buon potenziale emotivo.
Il più grande ostacolo al suo apprezzamento per me è indubbiamente stata l'antipatia per tutti i personaggi principali - la madre Cristina, il padre Horacio, fanatici ideologizzati, e lo stesso amorfo Juan/Ernesto - con l'eccezione dello zio Beto, l'unico veramente innamorato della vita e capace di distinguere, quasi qoeleticamente, tra il tempo per lottare e il tempo per festeggiare (quantunque il compleanno in questione fosse, finto, legato all'identità fittizia di Juan/Ernesto).

**++

Infanzia clandestina, di Benjamín Ávila, Historias / Habitación 1520 / RTA, Argentina 2011

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