Thursday 8 May 2008

Marco Toso Borella - Padroni e pedine (Scacchi a chi?)

Seconda fatica letteraria, da me ottenuta come parte del pacchetto autoriale contenente anche 1989.

Il libro consiste in una raccolta di racconti incentrati ciascuno su un pezzo della scacchiera - pedone, cavallo, re, torre, alfiere e donna - e tenuti insieme da una rete di rimandi intertestuali che fanno da ordito a trame paradigmatiche esplicanti il destino implicito in ogni pezzo: in questo modo prendono corpo Corinne Dame, Dorian White, Al "King", personaggi-esplicitazione del proprio alter ego scacchistico. Ogni racconto è preceduto da erudite citazioni da libri editi in luoghi impossibili -da Münchausen a Flatlandia -, composto in un carattere diverso (il gusto dell'editore tuttavia lascia a desiderare: caratteri e progetto tipografico avrebbero potuto essere molto più curati, data la loro particolare importanza) e corredato da illustrazione di pugno dell'autore.

Più difficile di 1989, e parimenti migliore: pur a tratti appesantito da stereotipi da action fiction, si mantiene al di sopra di essi grazie alla notevole erudizione ed alla sofisticata costruzione del gioco letterario. Si va da rivisitazioni iliadiche a gangster e spy story, passando per incontri (im)possibili tra Maximilien (de) Robespierre e Luigi XVI, pendolarismi orwelliani e concludendo con due brani tra il poetico e il metaletterario sul concetto di nero verso bianco, strizzando continuamente l'occhio al lettore in una sorta di sfida che, alla fine dei conti, fa parte della fenomenologia di ogni partita di scacchi.

Notevole la copertina.

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