Monday 12 November 2012

Cappucetto rosso sangue


Al di là della pessima traduzione del titolo (che in inglese era semplicemente The Red Riding Hood), le premesse per un buon film tra il fantastico e il gotico c'erano tutte.
L'idea di inscenare il ritorno ad un mythos 'originario', idealmente uno da cui la fiaba raccolta da Perrault possa aver preso corpo, e di raccontare in questo modo cappuccetto rosso a un pubblico di adulti e non di bambini poteva prendere due strade: da un lato in ritorno al nucleo tematico del "non fermarti a parlare con gli sconosciuti", con tutte le conseguenze che questo poteva comportare per una giovane ragazza sola e indifesa, e con la personificazione, nel lupo, dell'estraneo pericoloso; dall'altro, via poi effettivamente imboccata nel film, una stratificazione ulteriore del racconto con elementi raccolti all'esterno - in questo caso l'incorporazione del tema del lupo mannaro (giungendo peraltro all'insignificanza della storia originale se non come orizzonte culturale cui strizzare l'occhio).
L'operazione poteva riuscire molto bene: un paesino sperduto al limitare del bosco in un medioevo lontano, fiabesco e cupo; atmosfere vagamente claustrofobiche, con il tema del licantropo che porta con sé il cerchio dei sospettati e un clima di caccia alle streghe; in somma, il tutto poteva inserirsi in un filone à la Gabriel Knight: The Beast Within. Visivamente l'obiettivo era centrato: splendida, ad esempio, la porta della chiesa in legno, con i battenti dorati raffiguranti San Michele (o chi per lui) che sconfigge un demonio lupesco; ben congegnati i riferimenti ai momenti topici del cappuccetto rosso perraultiano.
Purtroppo, qualche produttore ha voluto allargare il più possibile la base di pubblico includendo deliberatamente la fascia adolescenziale, e qualcuno nella squadra di realizzazione ha voluto strafare: il lupo, più che venire evocato, è  ripetutamente mostrato (e fatto anche parlare in forma animale!!), quando agli scopi di questa precisa trama bastava molto meno; il triangolo sentimentale tra lei, lui e l'imposto promesso sposo, invece di sviluppare le connotazioni tragiche implicite nelle premesse si esaurisce in appiattimenti psicologici da telenovela; il finale poi rovina tutto quanto con un vissero felici, contenti, giovani e belli in salsa teen fantasy. Che gran film sarebbe stato con un'appropriata catarsi tragica!

**+

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