Thursday 15 November 2012

Joseph Conrad - Cuore di tenebra


Suggerimento e prestito di Bruno, allo scopo di riempire un'insospettata e per questo ancor più grave lacuna culturale: Conrad è un autore dell'Inghilterra vittoriana e post-vittoriana, contemporaneo di gente come Wilde, Conan Doyle, Stoker, Thackeray e Shaw, ma a loro differenza, forse proprio per le origini polacche, intriso di decadenza e di nichilismo continentale.
Cuore di tenebra è un romanzo breve o racconto lungo che dir si voglia, diviso in soli tre capitoli, molto ben congegnato: l'espediente del doppio narratore permette di collocare la vicenda del primo narratore - Marlowe - in una posizione sfumata, quasi onirica, in cui i luoghi, pure nel secolo della tecnica positiva e dell'ottimismo circa il progresso dell'uomo, diventano paesaggi dell'anima, densi di tenebra e di significato, specchi all'abisso dell'animo umano. E così dalla barca sul Tamigi nella Londra all'imbrunire alla città sepolcrale sul continente, al malsano fiume Congo, serpente affondato nel nero cuore di un'Africa nera, il lettore è condotto in un ambiente atavico in cui il lume della ragione e del progresso anziché rischiarare si smarrisce esso stesso nel buio del non senso; sentimenti e motivazioni sono appiattiti dal risveglio di una ferocia umana solo apparentemente sopita dalla civiltà; e se pure il signor Kurtz ne è la figura più contortamente emblematica, tutti gli altri personaggi del racconto in qualche maniera ne condividono dei tratti. Ed emerge, prepotente, la tenebra dal vuoto cuore umano sciolto dalle briglie della ragione, e la conseguente angoscia di fronte all'orrore dell'esistenza.

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