Monday 25 February 2008

Albert Camus - Lo straniero

Primo approccio all'opera di Camus, circondata da sempre dall'alone di negatività e difficoltà impostogli dal pater familias nelle narrazioni sugli studi; allo stesso tempo si tratta probabilmente del primo passo in un progetto di inquadramento ed assimilazione della scena letteraria e filosofica del Novecento francese introdottami lo scorso anno attraverso Raymond Queneau e Roland Barthes: in quest'ottica dovrei arrivare a conoscere perlomeno Gide, Sartre, Proust e Lévi-Strauss.

Si tratta di un romanzo breve, ambientato nell'Algeria coloniale del periodo tra le due guerre mondiali, in cui il protagonista, un modesto impiegato, vive in uno stato di costante indifferenza ed estraneità a sé stesso e al mondo. La sua impassibilità non viene meno nemmeno quando le sue condizioni esteriori mutano drammaticamente in seguito all'uccisione di un arabo ed al conseguente processo: Meursault affronta la prigionia e la condanna a morte accettandole come parte integrante della sua vita, senza cercare nemmeno di giustificare l'omicidio commesso, la cui portata non lo tange, e che per lui ha il medesimo, piatto significato di ogni altro evento scivolatogli addosso nel corso dell'esistenza. Bollato come mostro dalla società e dalla giustizia, va incontro alla morte con la stessa, quasi felice, indifferenza con cui ha accettato la morte di sua madre, è andato al cinema o ha fatto l'amore con Maria (che pur non comprendendolo lo ama).

Eppure, Meursault (e per estensione l'intero romanzo) non è patetico: la sua atarattica visione del mondo né eroica né antieroica è mediata da una logica esasperata che riconduce ogni verità all'esistenza, accettata senza drammi come vera ed unica possibile condizione umana.
Composto in una prosa asciutta ma non per questo meno efficace nella costruzione delle immagini, il libro restituisce un'Algeria dalla luce abbacinante, il caldo soffocante e il mare di metallo fuso - scenario cittadino, ma allo stesso tempo deserto e desertico, perfetto sfondo a quanto si consuma nella narrazione.

****+

2 comments:

Anonymous said...

Molto misera quest'analisi dell'Etranger.
Almeno fosse corretta...ma non lo è neanche!!!

Unknown said...

Quanto scrivo non ha nessuna pretesa di costituire verità normativa. Sono semplicemente appunti per consentire a me stesso, a distanza di tempo, di ricordarmi cosa ho letto e che impressione ha prodotto in me, ed eventualmente di dibattere con altri in merito.