Thursday 21 February 2008

Iliade. Da Omero a Omero - Teatro Goldoni

Trionfo assoluto di Monica Centanni, che ha curato la riscrittura del racconto omerico a partire dall'Iliade stessa, incorporando sapientemente l'incrostazione di apporti successivi ad opera di tragici, poeti, filosofi e storiografi dell'intero evo antico, da Eschilo a Lucrezio e Virgilio, nella migliore tradizione del concetto di classico.
Bravissimo Sebastiano Lo Monaco, aedo cantante del Pelide Achille l'ira funesta: riscattandosi del non memorabile Otello del giorno precedente ha prestato la voce con sensibilità musica alle tribolazioni - e alle gioie - di Achei e Troiani, diventando lui stesso di volta in volta Agamennone, Ifigenia, Achille, Ettore, Andromaca o Priamo, e ricreando l'incanto antico dell'ascoltatore che si commuove all'udire ancora una volta, oggi come tremila anni fa, il racconto di uomini che vissero perché il loro nome divenisse immortale.

L'Iliade è dramma di Ares e Afrodite, ma è Ares il dio vincitore: Ares, che unico tra gli dèi non si schiera con nessuna delle parti, Ares divoratore di uomini, che di nero sangue fa il suo cibo, e a cui solo questo interessa: che per dieci anni si combatta, che le armi di bronzo siano foriere di morte. Ma l'Iliade è anche custode dell'essenza di una civiltà, poiché Achei e Troiani hanno la stessa lingua, la stessa cultura, gli stessi dèi e gli stessi valori: Achille e Priamo parlano, piangono e infine esausti, dormono insieme, perché nell'Iliade la parola 'barbaro' non esiste.

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