Sunday 2 December 2007

Day Watch (Дневной дозор)

Secondo capitolo della progettata saga cinematografica tripartita, frutto dell'adattamento dalla tetralogia di romanzi di Sergej Lukjanenko (Серге́й Васи́льевич Лукья́ненко).

Rispetto al predecessore Night Watch, concepito per il pubblico russo e solo in seguito esportato con notevole successo in Occidente, Day Watch pensa direttamente al mercato cinematografico globale, collezionando pro e contro: forse impoverito dal punto di vista folkloristico, con assai meno riferimenti alla tradizione popolare e mitologica russa e meno citazioni dal passato sovietico, probabilmente incomprensibile a chi non lo abbia sperimentato, risulta tuttavia un film più apprezzabile del precedente. Il regista e sceneggiatore Timur Bekmambetov (Тиму́р Нуруахи́тович Бекмамбе́тов) ha svolto magistralmente il proprio compito, lisciando e limando le imperfezioni su tutti i fronti, tradendo, a quanto ho letto, il testo di Lukjanenko, e confezionando un prodotto di grande impatto visivo, dalla trama perfettamente equilibrata, prevedibile ed imprevedibile al punto giusto, e regalando al pubblico una carrellata di personaggi tragici ed appassionati - Anton (ancora più carismatico che in Night Watch), Světlana (forse un po' appiattita rispetto al film precedente), e la sfortunata coppia formata da Alisia e Kostja.
La storia iniziata in Night Watch amplia il respiro, un nuovo elemento - il Gesso del Destino, posseduto un tempo da Tamerlano, diventa cruciale per lo sviluppo della trama, senza però mai cadere nell'errore di introdurre troppe novità, ed incorporando quelle poche che ci sono come se fossero effettivamente inevitabili.
In un finale magistrale, che in teoria non lascerebbe spazio ad un'ulteriore continuazione, Anton cambia la scelta fatta all'inizio di Night Watch, e annullando di fatto tutti gli eventi dei due film, che avevano condotto ad uno scenario apocalittico in cui una Mosca in rovina era disseminata degli innumerevoli vittime della rinata guerra tra gli Altri.

L'unico amaro in bocca è lasciato in realtà dai risvolti "politici" del film: budget astronomico, cast composto di attori che in Russia e nei paesi della C.S.I. sono stelle di prima grandezza, volontà di esportazione - il tutto fa pensare anche troppo alla recente rinascita russa nelle ferree mani di Putin, che non lascia dormire sonni tranquilli.

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