Tuesday 25 March 2008

Aldo Rossi - L'architettura della città

Libro in bibliografia base del corso di laurea in architettura per la città, nonché parte della bibliografia base del corso di progettazione architettonica ed urbana tenuto da Alberto Ferlenga.

Sono giunto alla conclusione che si tratta di un libro da avere in biblioteca: i suoi pregi superano i (numerosi) difetti. Rossi critica tutte le teorie che vorrebbero ridurre semplicisticamente la città ad uno schema - primo fra tutti il funzionalismo ingenuo - e vi oppone la propria fortunatissima formulazione dei "fatti urbani" come monumenti, opere d'arte che permangono nel tessuto cittadino al di là di qualsiasi riduzione tipologica e che organizzano la città nel corso della sua evoluzione storica. Inaccettabile tuttavia resta la fede politica dell'autore, che tenta costantemente di ridurre le problematiche ad una matrice comunista - basti pensare allo spropositato peso accordato alle peraltro corrette analisi di Engels, al continuo sottolineare l'oppressione della componente proletaria/operaia nelle dinamiche storiche del Sette, Otto e Novecento o alla critica alla proprietà privata del suolo.

Memorabili le pagine sulla struttura urbana di Atene, il confronto delle teorie urbanistiche oweniane e lecorbusieriane e dei rispettivi prodotti - garden city e ville radieuse con le allora relativamente recenti teorie di psicologia ed ecologia urbana - prima fra tutti quella Lynch, l'analisi della soluzione del problema residenziale in Germania nonché la critica alla rilevanza del ruolo degli espropri nel processo di hausmanizzazione di Parigi, che secondo Rossi (aggiungerei inevitabilmente, data la sua matrice filosofica) semplicemente non poteva non avvenire.
Dal cilindro sono riemersi anche concetti, come quello da me subito in salsa Ciruzzi, del genius loci.

Sezioni:
  • Individualità dei fatti urbani
  • Gli elementi primarii e l'area
  • Individualità dei fatti urbani. L'architettura
  • Evoluzione dei fatti urbani
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