Koolhaas è stato, insieme a Zenghelis, il fondatore di OMA: la sua opera, e questo libro in particolare, comprende alcune tra le più lucide analisi partorite dalle teorie dell'architettura del Novecento. Koolhaas studia il caso New York in funzione di Manhattan e della "religione" da essa derivata - Manhattanism - andando a ricercare i meccanismi che portano alla costituzione della città di grattacieli, ed individuando come nucleo fondamentale il tema dell'estraneamento, esplicitato inizialmente dai parchi a tema sperimentati a Coney Island, e successivamente introdotto nella costituzione stessa della città attraverso l'invenzione del grattacielo. Manhattanism è una forza autonoma, basata sulla congestione e sulla densità: chiunque progetti per Manhattan è costretto a farci i conti o a vedersi sconfitto (tra le illustri vittime, lo stesso Le Corbusier).
La scrittura inglese di Koolhaas è agile e pregnante, non appesantita dalla ricchezza del lessico; la trovata editoriale più creativa risulta l'adozione, per ogni paragrafo, di un'unica parola in funzione
di titolo univoco.
***+
1 comment:
giungo solo ora su questo blog... molto interessante, ho trovato buoni spunti per nuove letture :)
riguardo 'Delirious New York' devo dire di averlo adorato e stroncato allo stesso tempo:
l'ho trovato eccezionale nel suo essere un pò storia e un pò favola, ma sarebbe meglio dire mito costruito di una città, che lo rende una lettura sicuramente appassionante e divertente. Da un lato però questa aura 'mitica' relega in secondo piano la critica, la indebolisce finendo per rafforzare quella idea precostruita di New York città dell'impossibile fatto realtà o del sogno reso 'concreto'.
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