Sunday 13 April 2008

James Barrie - Peter Pan

Visto che il tema deciso per il grest 2008 è Peter Pan, mi è sembrata cosa buona e giusta documentarmici sopra. Massimo ha approfittato degli ultimi giorni di Oscar Mondadori a -30%, e ha comprato il libro, che io ho trovato sulla scrivania, sfogliato, e finito per leggere.

Devo dire che rispetto al libro vero e proprio (traduzione di Peter and Wendy, quarta incarnazione di Peter Pan pubblicata da Barrie nel 1912 e base letteraria per il cartone Disney) ho apprezzato assai di più la prefazione e la postfazione, brillanti saggi in cui sia Barrie che il suo Peter Pan vengono vivisezionati in chiave psicanalitica e simbolica. La fiaba del bimbo che non voleva crescere assume inquietanti risvolti legati alla morte del fratello maggiore di Barrie, e gli stessi bimbi perduti diventano fantasmini volanti di bambini morti in tenera età. Perché l'isolachenonc'è è di fatto il regno della non esistenza, il luogo dei giochi d'infanzia, ma allo stesso modo anche l'aldilà ed in generale il luogo del non ritorno (innaturale e forzato è in questo senso ritorno a casa di Wendy, Gianni e Michele alla fine del libro), configurandosi così come il più negativo dei mondi secondari prodotti dalla letteratura del Novecento.

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